La Cinematografia digitale
Vittorio Storaro

Gli Occhi del Cinema

Il Film Reds, diretto da Warren Beatty nel 1980, fu in verità il primo progetto in cui utilizzati un'immagine elettronica in coadiuvazione alle riprese del film che avvenivano su pellicola. Un'immagine di lavoro, anche se in Bianco e Nero e sfarfallante, ma di grande utilità di comunicazione tra i vari co-autori del film per vedere, nello stesso istante dell'Operatore, la composizione e il movimento della macchina da ripresa. Il sistema tolse dalle spalle dell'Operatore alla macchina, primo spettatore del film, il peso della responsabilità di giudizio tecnico di ogni inquadratura. Per me fu il primo grande passo verso la conoscenza del Cinema Elettronico.

Un'esperienza più complessa sull'uso di tecnologie elettroniche fu poi UN SOGNO LUNGO UN GIORNO(One from the Heart), diretto da Francis Coppola, era il 1981. A quel tempo la definizione DIGITALE non era ancora in uso poichè la registrazione dell'Immagine e del Suono avveniva completamente in modo ANALOGICO. Iniziai comunque in quel periodo il matrimonio tra le due tecnologie anche se, particolarmente su mia insistenza, mi assicurai la registrazione dell'immagine su Pellicola Cinematografica, poiché sapevo che la tecnologia del tempo non permetteva una trascrizione da Video a Pellicola di una qualità accettabile per la distribuzione del Film nelle sale cinematografiche.

Fu così che soltanto due anni dopo, con la regia di Giuliano Montaldo, realizzai per conto della sperimentazione RAI, il mio primo Film completamente Elettronico: "ARLECCHINO a VENEZIA". Una seria indagine sulle possibilità delle apparecchiature Sony HDVS, fatta da personaggi abituati a realizzare immagini per il grande schermo, scopo ultimo dell'uso della Alta Definizione Video, l'allargamento degli schermi TV per un maggior coinvolgimento degli spettatori in un programma televisivo. Quell'esperienza mi dette la sensazione di avere in qualche modo completato la mia formazione nel Cinema dell'INNOCENZA, del "MISTERO", facendomi iniziare l'era della CONSAPEVOLEZZA, dell'Immagine volta verso un futuro Elettronico. Ero finalmente in grado di vedere l'immagine a cui stavo lavorando, avanti a me, proprio nel preciso momento in cui la pensavo, a Colori e in alta Definizione. Al termine di detta esperienza una serie di considerazioni sullo stato delle cose mi sembravano però doverose da parte mia e in qualità di ricercatore misi queste riflessioni su diversi fogli scritti e li inviai alla Società Sony. Fu con molto piacere che trovai un anno dopo quasi tutti i miei suggerimenti applicati nella seconda generazione della Videocamera HDVS.

Tanti e forse troppi anni sono passati da quel momento e solo recentemente la tecnologia Elettronica sembra potersi avvicinare, grazie alla possibilità DIGITALE, a prendere il posto della classica tecnologia Chimica; ma dopo tanta stasi ora tutto sembra avvenire un po’ troppo frettolosamente. L'industria audiovisiva sta infatti tentando di spingere il Cinema verso il basso livello qualitativo del Video di oggi, invece di alzare quest'ultimo verso l'alta qualità della Pellicola. Le famose 2K (duemila linee) di cui si discute tanto, non debbono assolutamente poter divenire una nostra finalità. Le piccole esperienze realizzate con la Video camera CINEALTA (Volgarmente denominata 24P) della Sony, mi hanno infatti convinto che per progetti prettamente indirizzati a una distribuzione Video, in Televisione o su mezzi Elettronici, la nuova videocamera è il migliore sistema portatile di registrazione Video che ho conosciuto sin'ora, ma certamente non è ancora all'altezza del livello di qualità tecnologica dell'immagine registrata su Pellicola. Dico Volgarmente denominata 24P poiché si è inteso per essa una tecnologia che può interscambiarsi con la classica ripresa cinematografica; ma non credo che sia sufficente avere lo stesso numero di scorrimento delle immagini per ottenere tutto ciò. Con questo tipo di presentazione non solo non si educa la nuova generazione di Cineasti a un linguaggio moderno, Elettronico, ma si ancora un nuovo sistema DIGITALE ad una VECCHIA nomenclatura, legata al sincronismo dei 60 periodi del sistema elettrico Americano.

Certamente se il primo Film sonoro, del 1927, fosse stato realizzato in Europa, lo Standard di scorrimento sarebbe di 25 immagini per secondo, poiché i periodi di corrente alternata europei sono 50. In Europa abbiamo costretto per tutti questi anni i motori delle Cineprese e dei Proiettori delle sale di proiezione, che normalmente avrebbero uno scorrimento alternato di 25 fasi di illuminazione e 25 di oscuramento, a un forzato meno un (-1) fotogramma per secondo. Un' assurdità. I proiettori cinematografici in Europa, alimentati a 50 periodi, comunque quasi sempre viaggiano naturalmente a 25 fotogrammi al secondo, (si certifica ogni apparecchio a 24ft/sec ma con più o meno un (+ o-1) fotogramma, proprio per questo). Purtroppo ancora oggi ogni Film viene realizzato a 24ft/sec per passare poi assurdamente a 25 in una prima trascrizione Video per il montaggio elettronico (si doppia un fotogramma ogni secondo), per cambiare ancora una volta a 24 (togliendo un fotogramma ogni secondo nel taglio del negativo) per il breve periodo di programmazione nelle sale cinematografiche, per poi ri-tornare a 25 (ri-doppiando ancora una volta un fotogramma ogni secondo) nella trascrizione elettronica per la distribuzione in home video (Televisione - Nastro - Laser disc - DVD cc..) o in Videoproiezioni. Se la lunga vita di un Film nella distribuzione elettronica ce lo mostra in un finto 25ft/sec., perchè quindi non registrare sin dall'inizio a 25ft/sec., creando in tutto l'insieme del sistema: Ripresa-Post produzione-Distribuzione, un unico standard di 25ft.sec.?

Uno standard a 25 fotogrammi al secondo unificherebbe tutti i progetti AUDIOVISIVI Europei, mettendo in sincrono le Cine-Video-camere con ogni tipologia di Luci e Proiettori: HMI-Fluorescente-Alogeni-Vapori di Sodio-Ioduri metallici-Vapori di Mercurio -Televisori-Proiettori Cinematografici - Video proiettori ecc.. ecc... Si eviterebbero così tutte le continue transcodifiche tra 24-25-24 ft/sec. Una piccola modifica nell'ALGORITMO, tra lo standard Europeo e lo standard Americano, invece della complicatissima duplicazione dei 3+2 fotogrammi, che preveda la semplice duplicazione di 1 fotogramma ogni 5, modificherebbe i 25 fotogrammi al secondo (provenienti dai 50 periodi Europei), nei 30 fotogrammi al secondo (necessari ai 60 periodi Americani) e viceversa. Nel ricordare quante basi creative e tecniche si poterono gettare nel 1989, durante una visita con Francis Coppola alla sede Sony a Tokyo, spero proprio con queste pagine di poter riversare il mio pensiero Digitale, di oggi, nelle giovani menti di quegli ingegneri elettronici che sempre preparano il nostro futuro, non sempre confrontandosi però prima con chi va ad utilizzare quelle stesse innovazioni tecnologiche.

Penso poi che la denominazione 24P, ideata per un chiaro richiamo al Cinema, sia impropria poiché stando alle specifiche Sony, pubblicate sul giornale SMPTE, la videocamera, che potenzialmente potrebbe registrare 1920 Pixel orizzontali di luminanza, in realtà è settata per 1440, e le 960 SAMPLES di differenti colori, sono anche questi risettati a 480. Si ottiene così una riduzione di 8,5:1 nella totalità dei data, producendo un netto di dati di 622 Mbits/sec. Mentre si stanno rifinendo dei registratori digitali che permettono 140 Mbits/sec di video in ogni field, si è costretti oggi ad una ulteriore compressione algoritmica di 4,4:1. Una chiara diminuzione delle possibilità del sistema, per la sola ragione di poter realizzare una Video-camera portatile, ove le informazioni devono essere costrette in un piccolo spazio interno alla telecamera. Sarebbe sufficiente un temporaneo cavo di collegamento a un registratore per poter convogliare un segnale RGB (Rosso-Verde-Blu), senza ulteriori compressioni 4/1, tanto da rendere la registrazione Video non certamente all'altezza della ripresa su Pellicola, ma certamente si farebbe un gran passo verso quella direzione. Il Sistema di ripresa cinematografica UNIVISIUM ideato da me e mio figlio Fabrizio, è oggi l'unico sistema di ripresa che tiene conto di alcuni di questi concetti e innovazioni come: la Composizione dell'Immagine di1:2, la Velocità di ripresa a 25 ft/sec. e lo scorrimento di ogni fotogramma a TRE Perforazioni, per utilizzare tutta la superfice utile del Film per la sola Immagine. Concetti utili per muoversi verso un nuovo standard di unificazione Cinema-Video, fondamentale per il futuro Cinema Elettronico.

L' errore di abbassare il livello tecnologico dell'immagine cinematografica è stato fatto anche dalla società Kodak, che con la fantastica idea dell' INTERMEDIATE DIGITALE (la possibilità di correggere l'Immagine elettronicamente per poi realizzare un Internegativo che permetta normalmente di stampare copie positive di distribuzione), ma limitandolo a una risoluzione di soli 2K e un livello di profondità del colore di 8-10 Bit, ha cercato di abbassare la grande potenzialità del suo stesso prodotto: la Pellicola cinematografica. Un errore temporaneo probabilmente dettato dai limiti di archiviazione di dati e di velocità del sistema odierno, che ha limitato una grande possibilità creatività a un livello tecnico Televisivo e non Cinematografico, tanto che la stessa società Kodak, rendendonsi conto di questa limitazione, sta lavorando insieme a compagnie specificamente elettroniche per approntare un Telecinema a 4K, minima risoluzione indispensabile per poi ritrascrivere immagini su pellicola tanto da ottenere un prodotto finale cinematografico degno di tal nome. Anche le varie proiezioni organizzate in tutto il mondo dalla Texas Instrument hanno fatto parte di questo tentativo dell'Industria mondiale di far scendere il livello dell'immagine cinematografica al livello televisivo. Il loro videoproiettore a micro-specchietti, per quanto a tutt'oggi il migliore conosciuto sul mercato in attesa dell'annunciata novità Kodak, in realtà non arriva a 2K e 10 BIT. Un tentativo che ha visto la reazione negativa di quasi tutti gli addetti alla Cinematografia internazionale, che si sono ribellati a terminare la loro creatività al minimo limite di 2K (2 mila pixels) e 10 BIT. E' bene sempre ricordare che la pellicola cinematografica può registrare almeno 6K (6000 pixels) e 32 BIT (Milioni di livelli cromatici).

La confusione che si è creata con la denominazione 24P e le varie dimostrazioni in tutto il mondo, chiaramente di parte, hanno fatto pensare ai meno esperti che il Cinema Digitale fosse veramente pronto, in questo momento storico, a rimpiazzare il Cinema analogico registrato su pellicola. Purtroppo non si sono ancora viste presentazioni di immagini,

a) registrate e Video-proiettate Digitalmente con accanto le stesse immagini.

b) filmate e proiettate con Pellicola Cinematografica.

Una prova fondamentale per capire e far capire lo stato delle cose, rispettare cioè ambedue i sistemi ma coscientemente sapere a che livello sono l'uno e l'altro, per poter scegliere consapevolmente ciò che si acquista e ciò che si perde utilizzando il primo o il secondo sistema. L'apprezzamento massimo di ogni singolo sistema, Film o Video, si ha ovviamente quando si realizzano progetti per un solo specifico media di distribuzione. Nei Films in diretta, LA TOSCA realizzata nel 1994 e LA TRAVIATA di recente produzione, con il loro solo utilizzo televisivo-home video, mi hanno permesso di esprimermi liberamente con il mezzo elettronico, consapevole che l'immagine non avrebbe avuto trasposizioni in altri media.

Certamente il mio desiderio è stato in tutti e due progetti di utilizzare l'ALTA DEFINIZIONE TELEVISIVA ma purtroppo il gran numero di telecamere necessarie e la trasmissione diretta in un centinaio di paesi, non hanno trovato la tecnologia pronta a questo passo. La prima con la registrazione dell'immagine in ANALOGICO la seconda con sistema DIGITALE, mi fanno ben sperare in un possibile terzo progetto in ALTA DEFINIZIONE DIGITALE.

Personalmente penso però che se il livello tecnologico raggiunto dall'elettronica digitale sia il migliore livello a tutt'oggi nel campo televisivo, se certamente le varie videocamere in rapido crescere rimpiazzeranno tutto il cinema amatoriale-documentaristico-di ricerca che si è realizzato sino a oggi in 16mm per il piccolo schermo, tutto ciò sembra non ancora al giusto livello tecnologico, per poter rimpiazzare il cinema visto su un buono schermo cinematografico realizzato con il film in 35mm. Recentemente, nel ristampare la nuova versione di "APOCALYPSE NOW rimontata da Walter Murch con la direzione di Francis Coppola (sono state aggiunte varie sequenze che completano il film a una lunghezza di 3 ore e 20 minuti), mi sono reso conto che seppur dopo 26 anni di vita, il negativo originale ha ancora le tonalità cinematografiche che con un buon sistema di lettura fanno apprezzare il senso visivo che il cinema dovrebbe avere su un grande schermo. Una prima richiesta di Walter Murch e di Kim Aubry, addetto alla post-produzione, previde una stampa delle sequenze aggiunte su INTERPOSITIVO, da poter montare con l'Interpositivo delle scene del primo montaggio, per poi trascrivere il tutto su un INTERNEGATIVO da cui stampare le copie di distribuzione su pellicola 35mm. Consapevole che nei vari passaggi intermedi si ha una evidente perdita di risoluzione - livello dei colori - equilibrio cromatico che, aggiunta a quel 25% di tonalità cromatiche che ilFADE (degrado dell'immagine a colori) porta con sé nel tempo, inizialmente ho temuto di aver perduto parte del film.

L'esperienza fatta durante la stampa finale di Bulworth (diretto da Warren Beatty), realizzata con il classico sistema TECHNICOLOR DYE TRANSFER appena re-installato, mi ha fatto convincere Francis Coppola a ri-editare il Negativo Originale in un unico nastro, tra vecchio e nuovo montaggio, tanto da permettermi di scavalcare le duplicazioni dell'Interpositivo-Internegativo, ed estrarre direttamente dal negativo originale le TRE MATRICI dei colori primari (Rosso-Verde-Blu) che, imbibite con i colori complementari (Cyan-Magenta-Giallo), possono trasferire le informazioni su un positivo BLANK che, ricombinando i colori, permette di proiettare l'immagine nella sua completezza cromatica. Un'immagine cinematografica che ho appena rivisto al Museo Guggenheim di New York, durante la manifestazione CONVERSAZIONE TRA L'OMBRA E LA LUCE: LA CINEMATOGRAFIA ITALIANA, che mi ha fatto constatare non soltanto quante tonalità non siamo in grado di vedere con i sistemi di duplicazione normali, ma che sono comunque presenti sul negativo originale, mostrandomi la qualità visiva indubbiamente molto alta che si può ancora raggiungere con il sistema cinematografico. Dopo questa esperienza credo ancor più, veramente, che dovremmo far del tutto per levitare la qualità Video ad altezza Film, prima di pensare a una possibile sostituzione. Sicuramente quando arriveremo a rimpiazzare, in quelle piccole-medie sale cinematografiche dei Multiplex, i proiettori cinematografici con dei Video-proiettori, particolarmente per film di carattere intimo e psicologico, credo che si sentirà il bisogno di differenziare il Cinema epico, quello dei grandi romanzi, filmandolo con i grandi formati, con la pellicola a 65mm. Film che potranno essere proiettati su grandi schermi, visionati da un largo pubblico, in quel grande sacco amniotico che è la rappresentazione di una grande sala cinematografica, ove l'Inconscio collettivo di una larga platea può vibrare insieme, per poter sentire e vedere, emozionandosi, il grande spettacolo del Cinema. Recentemente, nel visualizzare una particolare illuminazione de I VILLINI DELLE FATE nel quartiere Coppedé di Roma, studiata con mia figlia Francesca che si occupa di Architettura e Illuminazione, ho avuto la possibilità di conoscere più a fondo la Video camera Cinealta, ovviamente utilizzata a una composizione 1:2 e una velocità di 25ft/sec., confermando a me stesso le possibilità e i limiti della tecnologia elettronica odierna. Esperienza che ho voluto fare insieme agli studenti del 4° anno dell'Accademia dell'Immagine de L'Aquila, ove insegno Scrivere con la Luce, per realizzare una monografia d'Arte sullo stile COPPEDE'.

Certamente la videocamera Cinealta va attrezzata meglio, con gli Obiettivi primari desiderati, con i moderni sistemi di controllo a distanza: dei Filtri degradé, dei Diaframmi, dei Fuochi e con una visione di alta qualità nella Loupe ecc...ecc... Ovviamente è anche indispensabile un sistema di Play back allo stesso livello qualitativo della registrazione con altre piccole accortezze tanto da rendere più moderna, più efficace, più fantastica, la classica Ripresa di un Film in una vera CINEMATOGRAFIA DIGITALE. Indubbio che le esperienze degli allievi nei vari Istituti Cinematografici sono campo dell'elettronica. E' ormai troppo radicato nelle giovani menti il concetto di vedere immediatamente un'immagine a cui si sta lavorando per poter tornare al mistero del cinema. Tempi, Mezzi e Costi, dell' elettronica sono troppo vantaggiosi per potervi rinunciare, particolarmente in campo didattico. Anche i grandi professionisti si sono resi conto che la modificazione dell'immagine, in una trascrizione da Pellicola a Video, è talmente ampia di possibili nuove variazioni tonali e cromatiche, da divenir evidente che sul piano creativo il Video è molto più versatile della vecchia sorella Pellicola. E' indubbio che se si arrivasse ad elevare il livello qualitativo e il tempo di conservazione dell'Immagine, simile a quello raggiunto dalla pellicola, il cambio sarebbe non soltanto inevitabile ma doveroso da parte dell'industria.

Nel vivere questo periodo tra i due media, mi rendo conto che il trasferimento da Pellicola a Video è sempre più determinante nella nostra espressione. Sono molti i giorni che negli ultimi anni ho passato in telecinema Italiani o Americani. E' indubbio che per ogni trasferimento da Film a Video noi dovremmo essere sempre quei professionisti a essere interpellati. Penso che abbiamo la capacità e l'esperienza per difendere la creatività visiva di tutti i collaboratori di un Film, abbiamo la conoscenza tecnico-creativa per proteggere i diritti del pubblico di vedere un Film, sia sullo schermo Cinematografico, che sugli schermi Video, senza alterazioni dalla Copia Campione approvata dal Regista. Per avere la certezza di questa chiamata dovremmo affermarci come Co-Autori dell'Immagine Cinematografica, un riconoscimento che ci è dovuto da tempo, similmente al diritto di Co-autore del Film, accordato nel 1941 ai Musicisti e agli Sceneggiatori. Questa è l'unica strada per difendere la qualità del nostro lavoro e dello stesso Film. Sappiamo tutti che la speranza di questo riconoscimento è a livello Europeo, attraverso l'IMAGO. Certamente però non aiutiamo questo processo firmandoci come degli esecutori, dei tecnici interscambiabili in ogni momento durante il processo creativo di un progetto, affrontando la visualizzazione di ogni storia a cui partecipiamo, senza una ideazione Cinematografica precisa, senza una visione personale che metterebbe ognuno di noi, con la propria sensibilità-cultura-intelligenza, in grado di SCRIVERE CON LA LUCE la storia di un Film apportando una individuale OPERA DI INGEGNO all'insieme dell'opera filmica. Onestamente non riesco proprio a capire perché la maggior parte dei membri AIC firmino i loro lavori in qualità di direttori della fotografia invece che in Cinematografia. La nostra associazione si chiama Associazione Italiana Autori della Fotografia Cinematografica, denominazione lunga e complessa, che è stata fondamentale negli anni passati per aver fatto capire al mondo internazionale la necessità del nostro inserimento nel gruppo dei co-Autori del Film. La dicitura Direttore di Fotografia venne coniata negli USA con il formarsi del DIRECTORS GUILD OF AMERICA (Associazione Registi Americani) quando gli allora associati all'AMERICAN SOCIETY of CINEMATOGRAPHERS (A.S.C.) per non sentirsi da meno di un Director (Regista) vollero denominarsi anch'essi Director...of photography. Una denominazione che metteva in contrapposizione l'addetto alla Cinematografia con il Regista. In un'arte collettiva come il Cinema vi è un unico Regista, un unico Direttore e l'espressione Fotografia si compone di una singola immagine. Noi ci esprimiamo mediante la Cinematografia, che significa Scrivere con la Luce in movimento, un'espressione che richiede più di una singola immagine per divenire una forma di arte: un inizio - uno sviluppo - una fine. Penso che dovremmo in realtà aggiornare la denominazione della nostra stessa Associazione. Pur mantenendo la sigla AIC, dovremmo completarla similmente alle altre associazioni mondiali (American Society of Cinematographers - British Society of Cinematographers,ecc...), modificandoci in ASSOCIAZIONE ITALIANA di CINEMATOGRAFIA (A.I.C.). Credo fermamente in questo, tanto di aver deciso da tempo di firmarmi Cinematografia : Vittorio Storaro (aic-a.s.c.). Credo anche però che la Cinematografia, pur essendo un viaggio personale dentro noi stessi, non può essere vissuta se non inserita nella esperienza collettiva del Cinema. La Cinematografia non può esistere da sola, deve essere parte di un lavoro creativo collettivo coordinato dall'autore principale del film: il Regista. Nella mia vita sono stato molto fortunato a incontrare dei maestri che mi hanno guidato all'interno del mio percorso. Se con Bertolucci, Coppola, Beatty mi sono dibattuto tra Ombre, Luci, Colori, cercando un'Armonia tra opposti Elementi, con Carlos Saura ho scoperto un nuovo aspetto dell'arte visiva. L'idea di unificazione delle immagini con la nuova composizione 1:2, che ha eliminato dalla mia mente l'angoscia di non avere un unico formato compositivo tra immagini in Video e immagini in Film. Il cinema è un linguaggio di immagini e cambiando la composizione originale di una Inquadratura, alteriamo l'espressione linguistica, lo stile e il Film stesso.

Penso che non dovremmo più distruggere le nostre immagini, non più alterare la composizione originale del Film, non più trascrivere due versioni Video dello stesso Film. Dovremmo batterci per far trasferire i nostri Film su supporti a lunga conservazione. Tutti noi conosciamo il problema della Conservazione delle immagini, siamo tutti consapevoli che ogni immagine a colori su Pellicola si decolora nel tempo, anche se lentamente e che l'immagine Elettronica si deteriora ancor più velocemente poiché non si è ancora trovata una soluzione seria per una sua archiviazione duratura nel tempo. Una risposta per Preservare l'Immagine filmica in futuro è senza dubbio il sistema TECHNICOLOR DYE TRANSFER e il SILVER MASTER SEPARATION, ma credo che la nostra speranza futuribile sia il nuovo sistema KODAK DIGITAL OPTICAL TAPE SYSTEM. La prima tecnologia è già a nostra disposizione, l'altra spero lo sia quanto prima, sia per il Film che per il Video. Sono certo così che tra non molto saremo in grado di registrare le nostre immagini in una vera Alta definizione, a lunga conservazione nel tempo e di qualità tecnologica con: almeno 4.000 K, 16 Bit di profondità Colori, una composizione di 1:2 e perché no, una scansione di 25 fotogrammi al secondo. Immagino che in quel momento perderemo forse la nostra Innocenza e forse perderemo anche parte del Mistero della rivelazione dell'immagine, ma certamente acquisteremo la COSCIENZA della sua FORMAZIONE e della sua CONSERVAZIONE. Tutto ciò fa parte della parola Evoluzione. L'uomo iniziò a esprimersi visualmente con i Graffiti sulle pareti di una caverna, poi dipinse sui Muri, compose Mosaici, dipinse su tavolette di Legno, su quadri di Tela, su lastre di emulsione Fotografica, su nastri di pellicola Cinematografica, ed oggi è arrivato a comporre immagini completamente virtuali, ma non appena riuscirà a districare l'equazione tempo-qualità-prezzo, penso che sarà in grado di fissare Digitalmente le immagini direttamente in seno alla parola Energia.